Quasi ci siamo. Già partita a NewYork, la presentazione delle collezioni per la moda Autunno/Inverno 2016-17, tra poco si apriranno le settimane della moda anche a Milano e a Parigi. E ogni volta, come operatori e come consumatori, attendiamo con curiosità, domandandoci quanto dovrà cambiare il nostro stile per la prossima stagione e quali sono gli spunti nuovi da cui si svilupperanno nuovi temi forti. Il nuovo che avanza, ovvero le tendenze!
Ma chi decide quali saranno le tendenze della moda, e come è possibile che in modo trasversale, dai brand più prestigiosi alle catene low cost, ci troviamo inondati nel giro di poche settimane dalla stessa fantasia, dallo stesso taglio di pantaloni, dallo stesso colore tormentone?? E la famosa creatività degli stilisti dov’è, se ci sembra tutto così uguale? In realtà il processo di elaborazione e d’ideazione di una collezione moda parte con un anticipo di quasi due anni rispetto a quando troveremo il prodotto in negozio, in quanto prima ancora che sulle passerelle, a livello internazionale le camere della moda e le aziende del tessile si confrontano e condividono scelte di massima sui temi, materiali e colori che si pensa potranno avere maggior successo sul mercato. Da qui si può dire che parte la macchina che comincia a mettere in produzione tessuti, fantasie, secondo specifiche palette colori. Poi gli uffici stile dei vari designer e case di moda fanno una propria selezione attingendo alle varie produzioni tessili, ed in base alla filosofia del proprio brand, interpretano e propongono le proprie collezioni che inevitabilmente, si troveranno a condividere temi, colori, materiali e fantasie in modo più o meno evidente con altri marchi.
Ma da dove parte lo spunto che porta, con almeno due anni di anticipo, a definire a livello generale quali saranno i colori, le combinazioni cromatiche, le linee ed i mood ispirativi della moda che verrà? Vi sono aziende specializzate in ‘Trend Watching’, cioè l’analisi e lo studio di fenomeni sociali, fattori politici e ambientali, movimenti culturali, eventi globali, che aiutano a capire in che direzione si sta muovendo il mercato, che cosa piace o piacerà al consumatore, quali sono i suoi desideri e le sue aspirazioni… Esiste inoltre una fitta rete di ‘cool hunters’ cioè persone che da ogni parte del mondo raccolgono spunti e idee osservando anche la strada, e traggono le idee per qualcosa che potrebbe trovare applicazione e gradimento nella moda delle prossime stagioni: può essere il ritorno delle giacche stile militare in un momento di forte tensione internazionale, oppure il rinnovato successo del tricot a significare un grande bisogno di sicurezza e comfort, oppure dettagli di una moda minimal quasi alla ricerca di un riscatto dal lusso ostentato degli ultimi anni..
Insomma la moda influenza il consumatore, ed il consumatore influenza la moda. Una volta era un processo che partiva dall’alto, le case di moda imponevano i propri ‘dictat’ e tutto arrivava di conseguenza. Oggi invece c’è un’inversione del fenomeno, complice la comunicazione globale, l’uso di internet ed un mercato più consapevole: la moda non parte più (o non solo) dall’alto ma sempre più dal basso. Basti pensare allo ‘street style’: uno stile fai da te, un ‘non-stile’ partito dalla strada appunto, e condiviso dalla sedicenne come dalla donna matura, quasi senza distinzioni. In epoca di globalizzazione la ragazza di Tokyo, la ragazza di Amsterdam o di Milano, vestono praticamente allo stesso modo, ed altrettanto facilmente possono ricreare un proprio stile trasversale mixando ed interpretando la moda in modo molto personale. Una contraddizione? Non proprio. Vero è che il mercato è ormai stanco e confuso, gli armadi sono pieni, c’è un’offerta di moda low cost che incentivano modalità di fruizione della moda molto più indipendenti rispetto ad una volta. Vero è che al di là degli slogan, la moda negli ultimi anni si è poco rinnovata, anzi assistiamo ad un sistematico sguardo sul passato (nelle ultime collezioni abbiamo visto gli anni 30, gli anni 40, gli anni 50, gli anni 60, gli anni 70, e anche gli anni 80!). Chiaramente la moda si evolve costantemente, anche se in certi periodi in modo più lento, quindi è giusto mantenere l’attenzione sulle proposte di ogni stagione perchè bastano solo alcuni piccoli acquisti mirati per rendere sempre attuale il proprio guardaroba.
(nota: il testo di questo articolo è opera di Stefania Fornoni, ed è frutto di una rielaborazione di un precedente articolo, sempre scritto da Stefania e pubblicato da un webmagazine qualche anno fa).
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